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Condizionatori, manutenzione e installazione fai da te?

Rischi sanzioni pesantissime!

Solo gli operatori specializzati possono installare gli impianti.

Le sanzioni? Arrivano a 100 mila euro.

Climatizzatori, condizionatori d’aria, impianti di refrigerazione, pompe di calore, ma anche le apparecchiature fisse antincendio e le celle frigorifere dei camion: è una questione di gas. Tutti questi sistemi e impianti di refrigerazione fanno uso per la loro alimentazione e funzionamento di cariche derivanti da fonti rinnovabili. I rischi sono sia ambientali che di sicurezza.

Da gennaio 2016 questi sistemi e i loro proprietari sono sottoposti a una nuova regolamentazione, la cui disciplina coinvolge per primi operatori, installatori e manutentori.

L’obbligo del libretto

Vari obblighi:

  • controllo di ogni singolo sistema
  • compilazione della dichiarazione di installazione, un vero e proprio libretto-carta d’identità dell’impianto – finora non sempre rigorosamente osservato
  • ferreo rispetto delle regole per il rifornimento con gas degli impianti
  • riparazione impianti
  • smaltimento dei gas residui.

Una responsabilità che oltre a ricadere sugli operatori, ora investe in pieno e ancor più pesantemente gli stessi proprietari di impianti, siano loro società o imprese (con sistemi con potenza superiore alle 5 tonnellate equivalenti di CO2), siano singoli e comuni privati, proprio perché possessori di un condizionatore domestico installato in casa.

REGOLE: tolleranza zero

SANZIONI:

pesantissime, da 7mila a 100mila euro. Anche perché ancora oggi sono molte le irregolarità e numerosi gli obblighi disattesi, non ultimi dai rivenditori ed esercizi commerciali.

Per gli esercizi commerciali, infatti, è vietato vendere al singolo privato un condizionatore domestico se quest’ultimo non si presenta nel centro commerciale o dal negoziante con un documento che indica l’operatore autorizzato che installerà l’impianto. Purtroppo questo obbligo oggigiorno non viene mai osservato.

Chi sono allora gli operatori autorizzati?

La legge riconosce come autorizzati solo professionisti provvisti di patentino e facenti parte di una società o impresa che sia certificata per poter svolgere questi interventi. Quindi, doppia autorizzazione. Perché?  Solo questi operatori hanno gli strumenti e conoscono le procedure per operare: il rischio altissimo, se fatto da altri soggetti “improvvisati”, sono le dispersioni di gas, la non tenuta dei collegamenti, la messa a rischio dell’impianto e il danno ambientale in termini di emissioni nocive e inquinanti ai fini anche dell’effetto serra.

La verifica di questi obblighi – dalla tenuta del libretto alla certificazione su chi ha svolto i lavori di installazione – può essere chiesta anche dopo dieci anni. Se sprovvisti di questi documenti scattano le multe: da 7 a 100mila euro per privati, azienda o impresa irregolare che sia.

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